L’agenzia Fitch ha migliorato di un livello il rating sulla solidità patrimoniale e il rating sul debito senior unsecured di TIM, portandolo da "BB-" a "BB", in seguito al completamento della cessione da parte della compagnia telefonica della maggior parte delle sue attitività di rete fissa (NetCo) a Optics Bidco. Inclusi i rimborsi derivanti dai proventi della cessione, le azioni di deconsolidamento e i rimborsi a scadenza, il debito lordo di TIM, calcolato da Fitch, diminuirà a circa 13 miliardi di euro entro la fine del 2024.
Andando più nello specifico, a seguito della vendita di Netco, l’indebitamento finanziario netto rettificato after lease di Servco risulta pari a 8,1 miliardi.
Insieme a questo ciò che porta una forte ventata di fiducia sulla salute economica, e non solo, del BIG delle TLC Made in Italy sono i risultati sui mercati maggiormente presidiati da TIM; risultati al 30 giugno così commentati dall’Ad Pietro Labriola: "i risultati di TIM nel primo semestre sono solidi e i dati finanziari sono in linea o superiori alla guidance. Il domestico è cresciuto quanto previsto sia sul fronte dei ricavi sia dell’ebitda, ma il canale commerciale che in questo momento storico per tutta TIM stà tirando la volata è Tim Enterprise che vede raddoppiare il business cybersecurity, mentre per l’IoT registriamo un grande balzo del 49% e per il cloud +19%".
Le prospettive sul rating di Telecom Italia TIM per i prossimi trimestri restano "Stabili", secondo l’agenzia di rating ci sono inoltre alcune opzioni strategiche, non ancora considerate nel giudizio espresso oggi perché “il timing resta incerto”, che potrebbero portare a un ulteriore calo del debito di TIM, “come la cessione di Sparkle o della propria quota in Inwit”. “Inoltre, un rimborso per il canone concessorio del 1998 potrebbe aiutare significativamente il deleverage”.
L’indebitamento finanziario netto rettificato after lease del Gruppo ammonta a 21,5 miliardi sostanzialmente stabile – la variazione è di appena 100 milioni rispetto al 31 marzo scorso. A seguito della vendita di NetCo, perfezionata il 1° luglio, l’indebitamento finanziario netto rettificato after lease pro-forma3 del Gruppo Tim Servco risulta pari a 8,1 miliardi, in linea con le previsioni.
Stabilità significa anche nessun cambio di management, “Non sono previsti cambiamenti nel management né la creazione di società separate per i diversi segmenti aziendali”, ha puntualizzato Labriola. “I risultati commerciali e operativi di cui sono stato estremamente soddisfatto hanno dimostrato che ci sono le persone giuste per continuare ad affrontare questa sfida. Più si va avanti più daremo informazioni sui Kpi sulle business unit ed è importante per noi anche per l’allocazione del capitale, per il giusto trade off”.
L’accordo tra TIM e Fibercop prevede “la fornitura di servizi in entrambe le direzioni, da Fibercop a Tim e viceversa”. “Quelli verso Fibercop sono la componente predominante, circa 2 miliardi, di cui il 70% è rappresentato dai servizi di accesso. Tuttavia, esiste anche un flusso di ricavi che Tim genera da Fibercop, circa 100 milioni di euro”.
Come detto a trainare il gruppo è lo splendido momento di forma di TIM Enterprise.
Il canale dedicato ai clienti business e alla PA porta a registrare le performance migliori con ricavi pari a 1,5 miliardi (+4,9% anno su anno) e da servizi pari a 1,4 miliardi (+6,4% anno su anno), “continuando a sovraperformare il mercato di riferimento grazie alla strategia di difesa del business della connettività e alla crescita dei ricavi Ict, che rappresentano il 61% del totale”, spiega l’azienda. È il business cybersecurity a guidare la classifica con un +100% di crescita, a seguire l’IoT con il +49% e il cloud a +19% grazie anche alla spinta del Polo Strategico Nazionale. In crescita del 43% anno su anno a 2 miliardi il valore dei contratti firmati nel semestre gennaio-giugno 2024.