La rete TIM:

un asset strategico, una risorsa imprescindibile per il paese.

L’evoluzione della tecnologia delle comunicazioni ha giocato negli ultimi anni un ruolo di fondamentale importanza nello sviluppo del “sistema Italia” dimostrandosi, ancora una volta, l’asse portante di ampi segmenti del contesto socioeconomico.

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Rete Tim: una risorsa imprescindibile per il paese


Il settore delle comunicazioni ha giocato un ruolo centrale anche nella gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19: cittadini e imprese hanno fatto largo uso dei servizi di comunicazione elettronica per soddisfare le proprie esigenze lavorative, economiche e sociali.

Consumatori e aziende hanno potuto approvvigionarsi di beni essenziali, nei limiti delle norme sulla sicurezza e nel rispetto delle misure di distanziamento sociale, utilizzando, ove possibile, l’e-commerce e i connessi servizi di consegna pacchi del mercato postale.

Per il Governo e per le autorità preposte all’adozione di misure di contenimento del contagio le piattaforme online sono state veicolo per avviare canali di comunicazione stabili con i cittadini e informarli attraverso campagne mediatiche mirate e messaggi istituzionali.

Gli apparati dello Stato, nazionali e locali, hanno potuto assicurare continuità nell’erogazione di vari servizi pubblici essenziali, a partire dall’istruzione e dalla sanità, riorganizzando le proprie strutture e modalità di fornitura grazie alle reti di comunicazioni elettroniche e ai servizi di accesso a internet a banda larga e ultralarga.

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Un asset strategico


Le reti a banda larga e ultralarga fissa e mobile si sono dimostrate dunque l’asset principale delle nostre infrastrutture.  Esse riflettono l’evoluzione della tecnologia delle telecomunicazioni nel momento storico e nel contesto socioeconomico in cui si inseriscono.

I dati sullo stato dell’arte della nostra infrastruttura sono consultabili sul Netbook, la pubblicazione annuale di TIM e il sito con le informazioni e le infografiche aggiornate in tempo reale relative al Paese, nella sua globalità, e nelle singole province. TIM è l’unico operatore europeo che attraverso il Netbook mette a disposizione in formato chiaro e immediato un livello di informazione così dettagliato sulla consistenza degli apparati, sul numero delle linee e sull’utilizzo delle proprie reti a banda ultralarga. Tra tutti i dati, uno dei più significativi racconta che ogni anno, a partire dal 2011, TIM ha messo a disposizione di ogni singolo utente una ulteriore "corsia" con dimensioni pari a quelle di cui disponeva nel 2011, e il trend è in ulteriore crescita. “Ogni giorno gestiamo, manuteniamo e miglioriamo la rete a banda larga e ultralarga più estesa d'Italia” – Responsabile Tecnici di Rete - TIM

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Una risorsa decisiva per la crescita del Paese


Le reti di telecomunicazioni sono un'infrastruttura dinamica, che cambia pelle in continuazione. Per questo, l’azienda che ne gestisce la parte principale per il Paese deve poter esprimere competenze distintive e radicate nel tempo. Ma non solo: è necessario conservare la capacità di aggiornarle continuamente, con grande velocità, per far fronte all’evoluzione delle tecnologie dell’intera filiera ICT. Questo è necessario, anzitutto, per poter tener fede a un impegno che non riguarda solo le persone e le imprese come clienti, ma anche un dovere morale verso l'Italia, per accompagnare la sua crescita economica, e con essa la realizzazione sociale dei cittadini in quanto tali.  

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La Rete per l'Italia


L’enorme sforzo compiuto a livello paese è stato in grado di colmare il gap infrastrutturale con il resto d’Europa.

Fotografata attraverso oltre 10.000 dati, 107 mappe provinciali e oltre 30 infografiche, il sito La Rete per l'Italia è un flash sulle infrastrutture del Paese a dicembre 2020.

I dati, e ancor più le infografiche, raccontano l’uso della tecnologia da parte degli Italiani, le ricadute delle scelte di sviluppo infrastrutturale a livello nazionale, le tracce del piano industriale della nostra azienda.     

I numeri riflettono anche, ovviamente, l’impatto del Covid-19, aiutandoci a comprendere lo scenario completamente diverso che potremmo ritrovare al termine dell'emergenza. Nel prossimo New Digital Normal, infatti, i bisogni e le aspettative digitali degli italiani potrebbero essere molto diversi da quelli che avevano prima della crisi pandemica.

Molto è stato scritto sull’accelerazione che l’emergenza ha dato alla digitalizzazione del paese, sull’improvviso cambio di velocità di fenomeni come lo smart working o la scuola digitale, con la conseguente pressione a cui una azienda di tlc come la nostra è stata sottoposta. Per questo qui ricordiamo solo alcune cose, aiutati dalle infografiche.

I dati della rete TIM


Per rispondere all'enorme domanda di connessione da parte di cittadini e imprese di tutto il territorio, grazie all’intervento legislativo del Governo e a un accordo con Infratel, TIM ha ampliato la copertura di rete anche nelle “aree bianche” realizzando complessivamente 11.700 armadi con tecnologia “Fiber to the Cabinet” (fibra + rame), raggiungendo oltre 4.800 comuni con nuovi collegamenti a banda ultra larga fissa. 

L’infrastruttura TIM in questa occasione si è dimostrata “resiliente” cioè capace di adattarsi in pochissimo tempo all’impatto del lockdown – quando nel giro di poche settimane il traffico sulla rete fissa è più che raddoppiato -, sia in termini di strutture che di sistemi, anche grazie agli adeguamenti realizzati da ingegneri e tecnici TIM in tempi velocissimi. 

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mln/km

RAME
POSATO

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mln/km

FIBRA
POSATA

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ARMADI

Rete mobile TIM


Anche la rete broadband mobile ha retto bene il carico eccezionale dell’emergenza, accentuato dal fatto che nel nostro paese è molto alta la percentuale dei cosiddetti “mobile only”,  cioè i clienti che usufruiscono dei servizi in banda larga e ultralarga esclusivamente attraverso la rete mobile: quasi 1 su 4. Merito della copertura: oltre il 99% della popolazione con la rete 4G e 4G plus (pari a oltre il 97% dei comuni), 104 province su 107 coperti per oltre il 90%.

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CENTRALI

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ANTENNE

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SERVER

Il contributo del 5G al PIL italiano (2021-2040)


Prestazioni di connettività senza precedenti e tempi di latenza fortemente ridotti: il 5G rappresenta una vera e propria rivoluzione in termini tecnologici e un acceleratore economico per il settore delle telecomunicazioni e l’economia complessiva. Utilizzando il modello econometrico della GSMA e di Frontiers Economics, il Centro Studi TIM calcola in 393 miliardi di euro il contributo complessivo del 5G alla crescita del PIL italiano nel ventennio 2021-2040, di cui 160 miliardi saranno generati dai servizi per le persone, mentre i restanti 233 proverranno dai ricavi dei servizi realizzati con l’IoT.

160 mld € dai servizi alle persone
233 mld € dall'Internet of Things
Elaborazioni Centro studi TIM

I vantaggi per l’industria manufatturiera, per l’automotive, i trasporti e la logistica


Lo smart manufacturing abilitato dal 5G avrà effetti importanti nell’industria manufatturiera italiana, la seconda per dimensioni di mercato in Europa. Per il 2025, i benefici direttamente apportati dal 5G ammonteranno a un totale di 2,5 miliardi di euro all’anno.

Ancor più significativi sono i dati del settore automobilistico, in cui il 5G è alla base dei principali trend di sviluppo come la transizione energetica, l’auto autonoma e connessa, il car-sharing, e genererà, sempre per il 2025, benefici complessivi di 3,2 miliardi di euro l’anno.

Anche la logistica e i trasporti offrono importanti applicazioni, dalla gestione delle flotte alla diagnostica e manutenzione predittiva dei mezzi, o la gestione a distanza e in tempo reale dei parametri critici dei grandi hub come porti, aeroporti e stazioni. Se consideriamo che i costi di questo settore, in media, costituiscono dal 10% al 15% dei costi finali di beni e servizi, il risparmio abilitato dal 5G può avere un impatto davvero elevato. Secondo le elaborazioni del rapporto del Centro Studi TIM, tra il recupero delle inefficienze e il valore della disponibilità dei dati sui vettori di trasporto è possibile calcolare, per il 2030, un beneficio economico superiore al miliardo di euro.

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Il 5G per il mercato delle utilities: i benefici economici e la svolta culturale


Con oltre 42 miliardi di euro di fatturato annuo, le imprese che erogano servizi pubblici e ambientali ai cittadini rappresentano un settore strategico dell’economia, oltre che la premessa per la crescita di molti altri comparti e dello sviluppo competitivo del nostro Paese. L’uso del 5G per le utilities, dai contatori intelligenti alla gestione smart dei flussi di energia, dai charger per i veicoli elettrici al controllo in tempo reale delle perdite e della qualità dell’acqua, è stato tra i primi banchi di prova della digitalizzazione dei servizi. Non solo, ha permesso di rendere far evolvere le abitudini di molti consumatori finali, superando ostacoli culturali e resistenze di natura generazionale. I vantaggi economici complessivi di oltre 2 miliardi l’anno nel 2025 rappresentano una ulteriore spinta al cambiamento.

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